Progetto #ioleggoperchè

Anche quest'anno ritorna il progetto #ioleggoperchè, grazie al quale si possono donare dei libri per la biblioteca della nostra scuola. Di seguito le librerie gemellate con la nostra scuola. Ubik…

Inizio anno per la nostra comunità

L’inizio del nuovo anno scolastico è stato accompagnato da un forte momento di riflessione e di preghiera. Tutti gli alunni del nostro Istituto si sono ritrovati nella Chiesa di San…

Come operano le ONG nei Paesi in via di sviluppo

La scuola media incontra l'esperto Fabrizio Barbon Di Marco Il 23 maggio le classi seconde e terze della scuola media dell’Istituto Canossiano hanno avuto l’occasione di incontrare Fabrizio Barbon Di…

Benessere a scuola con Alberto Pellai

"Benessere a scuola - orientare alla felicità", questo il titolo della conferenza che sarà tenuta dal noto psicoterapeuta, scrittore ed educatore Alberto Pellai presso il nostro Istituto, alla quale parteciperanno anche il…

Dantedì

 Il Comune di Treviso e la società Dante Alighieri annunciano i vari eventi cittadini dedicati, durante tutto il mese di marzo, alla celebrazione del sommo poeta.  La nostra scuola partecipa…

Conferenza sul giornalismo sportivo

Martedì 27 febbraio dalle ore 11 alle 13 in aula Magna dell'Istituto si terrà una conferenza dal titolo: "Il giornalista sportivo: una professione", a cui parteciperanno alcune classi del Liceo scientifico e della Scuola…

Voci dalla quarantena

Voci dalla quarantena

Pensieri di alcuni studenti della classe quarta della SFP ENAC Veneto “Madonna del Grappa”, Treviso

«Essere adolescenti, giovani uomini e donne porta un bisogno fisiologico e implicito di stare nel fuori. Di andare a scoprire il nuovo e l’ignoto. Di muoversi per il mondo».
(Alberto Pellai)

“Quanto tempo manca alla fine di tutto questo?”. “Fra quanto tempo finirà la lezione al computer?”. “Che noia! Oggi c’è bel tempo ma non posso uscire!”. “Ho troppo tempo e non so che fare!”. Sì. Gli studenti in tempo di quarantena sono soprattutto questo, ma sono anche altro.

Nell’infinità delle giornate che non scorrono mai per molti studenti il tempo della quarantena è anche un tempo fertile.

È il tempo della riflessione: «Stando a casa penso moltissimo alla mia vita, a cosa sta andato storto e alle piccole soddisfazioni ricevute; penso a quanto sbagliata sono a volte, ma anche a quel giusto che non ho mai tirato fuori e valorizzato di me».

È il tempo della mancanza e della nostalgia: «Mi manca uscire e vedere le strade piene, le persone che scherzano tra di loro con il volto libero e non coperto da una mascherina bianca». «Mi mancano le serate dove ci si diverte, dove il tempo passa troppo veloce, dove si vorrebbe stare fuori fino a mattina […]. Mi mancano le risate con le lacrime agli occhi con le amiche, ma anche i pianti di sfogo dove loro sono pronte a strapparti un sorriso».

È il tempo delle semplici cose belle e quotidiane: «Dalle 17.00 alle 18.00 vado fuori in terrazza perché inizia a tramontare il sole e c’è una bella atmosfera. Io e mia mamma la chiamiamo l’ora d’aria. Fa ridere ma è in po' quello che provo: a volte mi sento in carcere».

È il tempo per fare verità con sé stessi: «Durante questo periodo ho capito che certe persone che per me c’erano tutti i giorni in realtà non ci sono; ho capito quanto io e mia mamma siamo uguali e la cosa a volte è preoccupante; ho capito di avere dei sentimenti che non credevo esistessero in me; ho capito tante cose che credo mi abbiano cambiato e quando uscirò so che sarà tutto diverso e io stessa sarò diversa».

È il tempo dell’apprendimento: «Questo virus mi ha insegnato il valore di un abbraccio, di una stretta di mano, di un caffè al bar con gli amici, tutte cose che fino a tre settimane fa per noi erano scontate e adesso invece ci mancano».

È il tempo della responsabilità: «Le norma restrittive sono toste, ma giuste; non è più una questione di scelta, ma di obbligo; bisogna supportarsi a vicenda, tutta l’Italia in questo momento deve essere una cosa unica; un insieme di teste che devono saper ragionare per il bene e non per il male. L’unione fa la forza».

È il tempo del dolore: «Penso che non vedere i parenti e le persone più a cuore sia veramente la cosa più difficile, anche perché la noia la si può colmare in qualche modo ma la mancanza di una persona no, ogni giorno che passa è sempre più forte».

È il tempo della speranza: «Spero che tutto questo finisca presto e spero tanto che quando sarà finito torneremo più consapevoli del valore della vita e delle piccole cose di cui probabilmente ci eravamo dimenticati, distratti dalla routine, dal dover fare tutto di corsa e subito».

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