La guerra in Ucraina. Una riflessione del direttore della SFP
Durante la giornata di venerdì 4 marzo il prof. Andrea Michielan, Direttore della Scuola di Formazione Professionale ENAC Veneto di Treviso e Verona, ha tenuto online a classi unificate un breve momento di riflessione dedicato alla drammatica crisi che nelle ultime settimane ha coinvolto Ucraina e Russia.
Di seguito una sintesi di quanto è stato detto agli studentii:
Come docenti e direzione della Scuola di Formazione Professionale abbiamo pensato sia importante e doveroso fermarci un attimo e fare un momento di riflessione su quanto sta accadendo in Ucraina. E' una situazione che ci sta turbando, una situazione che non pensavamo potesse verificarsi così vicino a noi. Siamo anche preoccupati da notizie del possibile aggravarsi degli scontri. Papa Francesco ha detto che "Chi fa la guerra dimentica l’umanità. [...] mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi [...] la gente comune vuole la pace; [...] in ogni conflitto – la gente comune - è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra". In questi giorni stiamo proprio vedendo come la gente comune stia subendo il rischio della vita, il dover lasciare le loro case. Ci siamo soffermati nella lettura dell’articolo 11 della Costituzione, su come il nostro Stato debba utilizzare mezzi come il dialogo, la diplomazia, il compromesso, la mediazione. Se da tanti anni siamo abituati alla pace è anche merito dell’appartenenza all’Unione Europea, che promuove il dialogo e gli scambi; avvenimenti come questo ci fanno capire quanto importante sia questa appartenenza. Quello che ci viene chiesto è di non essere indifferenti, di approfondire e comprendere il più possibile cosa avviene attorno a noi, nonostante sia "complesso". Abbiamo ricordato che è dal 2014 che ci sono tensioni e scontri: la Russia ha annesso la Crimea e due regioni hanno dichiarato l'indipendenza (nella zona del Donbass, vicina al confine con la Russia). Purtroppo si impara sempre troppo poco dalla storia. Staremo vicini alle popolazioni che stanno subendo questa guerra in vari modi: ricordandole, approfondendo la loro situazione e con azioni di solidarietà, anche concrete. L'invito è quindi di cercare di comprendere le cause del conflitto, di parlarne e di confrontarsi ma con l'atteggiamento di chi vuole conoscere, non di chi vuole lo scontro, perché di aggressività ce n'è già abbastanza. Pensiamo che il dovere della scuola sia promuovere una cultura della pace, della mediazione.